Le opere

Andria, Cattedrale di Santa Maria Assunta
Tesoro di San Riccardo
Argento a fusione sbalzato, cesellato; metallo dorato; vetro
Cm. 77x34
Ambito napoletano, Prima metà XIX secolo
La Sacra Spina è un frammento ligneo, venerato come reliquia poiché appartenente, secondo la tradizione, alla corona di spine di Gesù. La venerazione delle Sacre Spine, come reliquie della Passione avviene soprattutto nel periodo della Quaresima: l’evento prodigioso ad Andria si verifica quando il giorno dell’Annunciazione il 25 Marzo, coincide con il Venerdì Santo. In quel caso la Sacra reliquia mostra fenomeni inspiegabili (dal sanguinamento, alla fioritura) verificatisi più nel corso del tempo.
La storia della reliquia è molto antica, fu donata alla cattedrale della città nel 1308 dalla principessa Beatrice, figlia di Carlo II d’Angiò e contessa di Andria.
Nel 1799 la città subì il saccheggio francese e la Sacra Spina insieme ad altri oggetti in argento fu rubata e rivenduta all’asta a Barletta. Recuperata da un ricco proprietario, dopo numerose vicissitudini, nel 1837 ritornò ad Andria. Per celebrare l’evento Vincenzo Morselli, devoto cittadino andriese, donò il reliquiario in argento per custodire la Sacra Spina.
La più antica descrizione del reliquiario è opera del Merra, che ci permette di avere un’idea dell’impianto originario del manufatto di età angioina, molto modificato dal rifacimento ottocentesco che mescola elementi neoclassici ad impaginazioni compositive di ascendenza settecentesca.
Il reliquiario è a forma di tempietto a base quadrata poggiante su un piedistallo. La base del piedistallo, di forma ovale presenta quattro piedini dati da volute culminanti in testine d’angelo. Ai lati due angeli stringono tra le mani i simboli della Passione, quello di sinistra i chiodi, la croce, la lancia e la canna con la spugna; quello di destra: il martello, la tenaglia e la scala. Al centro della base è raffigurato lo stemma della città di Andria dato da un albero e un leone rampante. Nel nodo superiore artisticamente lavorato vi è raffigurata l’immagine dorata della Vergine Addolorata contornata da rubini.
Il tempietto ha quattro colonne rastremate con capitelli adornati da foglie di acanto su cui si impostano quattro arcate ai cui angoli sono seduti quattro angioletti. Altri due sono seduti lateralmente sulla base, tra le colonne: quello a sinistra stringe tra le mani il sudario, quello a destra la colonna e i flagelli, simboli della Passione. Al di sopra la cupoletta decorata con un motivo a conchiglia culmina in una sfera con una croce apicale. La cupoletta apribile, permetteva di estrarre la campana di vetro che custodiva la reliquia. Oggi la reliquia della Sacra Spina è conservata in un nuovo reliquiario.
La realizzazione del reliquiario deve essere avvenuta tra il 1837 anno in cui fu ritrovata la reliquia e il 1842. A supporto di tale tesi, vi è la presenza del bollo di Stato del Regno di Napoli con la testina di Partenope seguita dalla lettera “N” e il titolo “8”, non affiancato dalla croce come avverrà a partire invece dal 1839 per contrassegnare gli oggetti sacri e il punzone del saggiatore, Gennaro Mannara, una “N” barrata da lui usata sino al 1839, anno in cui per gli oggetti sacri iniziò ad imprimere una “X” accanto alla croce.
Secondo la Pasculli Ferrara, benchè l’opera nel tempo sia stata manomessa, la presenza del punzone di Stato permetterebbe di attribuire il reliquiario all’ambito napoletano ed in particolare all’argentiere Gaetano Capozzi, patentato nel 1826. Il Boraccesi invece, il linea teorica, lo attribuirebbe ad un suo familiare, Domenico Capozzi vista sia l’analogia decorativa con altri pezzi punzonati da quest’ultimo, come la stauroteca in esposizione, sia perché entrambe sono state commissionate da Vincenzo Morselli.

mappa

Indirizzo: via De Anellis n. 48, angolo piazza Toniolo 5, 6, 7, 8.
Telefono: + 39 0883593382
Email: museodiocesano@diocesiandria.org
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