Artworks

of

Andria, Cattedrale di Santa Maria Assunta
Tesoro di San Riccardo
Argento a fusione, sbalzato e cesellato
cm. 114x49
Bottega Catello, 1937

Il crocifisso si imposta su una base a sezione triangolare poggiante su peducci a volute. Al centro, lo stemma dei Carafa, con scudo centrale ovale esapartito sormontato da una corona.
La base è sormontata da un alto fusto con nodo schiacciato su cui si innesta la croce decorata da motivi fitomorfi. I capicroce sono impreziositi da una testa di cherubino tra volute, secondo un disegno decorativo riproposto anche nel bocciolo da cui si innalza il montante. All’incrocio dei bracci si diramano raggi di luce in quattro direzioni.
Al centro campeggia la figura del Cristo patiens con il capo, nimbato e coronato di spine, lievemente reclinato. Indossa un perizoma annodato sull’anca destra. Al di sopra del Cristo il cartiglio con l’iscrizione INRI.
Il crocifisso è opera degli argentieri napoletani Catello il cui bollo di fabbricazione è ripetuto più volte sul crocifisso insieme al punzone di garanzia dell’argento.
Sul retro della base è presente l’iscrizione “CUMULO DI SAN RICCARDO MCMXXXVII”. Il cumulo fu istituito nel 1739 dal Duca Ettore II Carafa, il cui stemma è presente sulla croce, per il Cappellone di San Riccardo.
Il Duca resosi conto che il Cappellone non aveva una dote che permettesse la prosecuzione dei lavori, con rogito pubblico del 7 luglio 1739, donò una masseria da amministrare affinché si raggiungesse la rendita annua di seicento ducati per ampliare e adornare la Cappella di San Riccardo presente nella Cattedrale della città.
Nel 1849, al tempo dell’episcopato di Mons. Giuseppe Cosenza, con i fondi del Cumulo, la cappella fu ammodernata e arricchita da preziosi ornamenti.
Il parato è composto da sei candelieri grandi per il primo registro d’altare. Quattro piccoli per il secondo registro, due candelieri da mensa e una croce.

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